Masters of Anima è un gioco d’azione con visuale isometrica caratterizzato da un gameplay che fonde fasi action con elementi strategici.
Quello degli action game con visuale isometrica è un mercato saturo. Di titoli in cui bisogna controllare un piccolo esercito per risolvere puzzle o sconfiggere nemici ce n’è oramai a bizzeffe. Per non parlare, poi, di giochi che raccontano di una fanciulla rapita e della salvezza del mondo messa a repentaglio da un super-cattivo. Sviluppare un progetto che includesse tutte e tre le categorie, per giunta con un piccolo budget a disposizione, e che potesse in qualche modo spiccare nella massa, non è di certo impresa facile. Nonostante ciò, i ragazzi di Passtech Games, già autori dell’apprezzato Space Run, hanno voluto provarci lo stesso con Masters of Anima: un gioco d’azione con elementi strategici dotato di grande ambizione, sottolineata ulteriormente dal fatto che il titolo sta per sbarcare (in formato digitale) su tutte le piattaforme di ultima generazione. Una sfida non da poco, per un team di sviluppo indipendente: non resta quindi che capire, con la nostra recensione, se il gioco vale davvero la candela.
Golem arrabbiatissimi e maghi cattivi
C’era una volta un mondo felice e tranquillo, dove tutti vivevano in pace. Un giorno, però, il Monte Spark scatenò una furia incontrollata: il suo nucleo composto da Animus selvaggio e caotico esplose, generando così giganteschi golem assetati di distruzione. Gli esseri umani, non avendo alcun modo per potersi difendere, dovettero cedere alla forza delle creature. Ma una dea benevola, mossa da pietà per gli uomini, ormai decimati e senza speranza, decise di donargli una conoscenza che avrebbe potuto rovesciare gli equilibri: la capacità di modellare l’Animus a proprio piacimento. Nacquero così i primi Animanti, figure in grado di sfruttare le forze soprannaturali per evocare eserciti di guardiani asserviti alla loro volontà, gli unici in grado di fronteggiare i golem del Caos. L’inerzia della guerra cambiò presto, ed i mostruosi colossi furono rispediti nell’inferno di pietra dal quale provenivano.
Gli Animanti, inoltre, riuscirono a sigillare il cuore del Monte Spark costruendovi intorno una sorta di gabbia magica, il Bastione ancestrale. Da quel momento il mondo vide susseguirsi molti inverni di pace, ma gli Animanti continuarono ad esistere, trasmettendo le loro capacità di generazione in generazione. In Masters of Anima, vestiamo i panni di Otto, un simpatico tontolone che conduce una vita serena insieme alla sua amata Ana, una maga molto potente. I due non potranno sposarsi fin quando Otto non supererà i Cimenti: le prove per diventare ufficialmente un Animante. Il tanto atteso giorno dell’esame è arrivato, e Otto si reca dal suo maestro per formalizzare la cerimonia. Qualcosa, però, va storto. Il malvagio mago Zahr ha risvegliato il cuore del Monte Spark ed ha assoggettato al proprio volere i terribili golem. Otto riesce a fuggire verso casa, ma ormai è troppo tardi: Zahr ha catturato Ana ed ha lanciato un incantesimo su di lei, scindendone corpo, cuore e mente e imprigionandoli in tre speciali cristalli.
Potere dell’Animus
L’avventura di Masters of Anima non è altro che una lunga boss rush, intervallata da mini puzzle e dalla ricerca di oggetti collezionabili. Eppure questa semplicità nei ritmi di gioco e nel gameplay è soltanto la facciata di un titolo costruito a regola d’arte.
Come abbiamo detto, nell’opera impersoneremo Otto, un Animante in grado di generare un piccolo esercito di guardiani sfruttando il potere dell’Animus: sfere di energia raccolte qua e là nella mappa distruggendo vasi e cespugli, uccidendo nemici, o attivando dei portali capaci di ricaricare le nostre scorte. Una volta ottenuto Animus sufficiente, Otto potrà evocare tipi diversi di aiutanti (che sbloccheremo col passare dei livelli), ognuno con le proprie peculiarità e caratteristiche. In tutto ce ne sono cinque: i primi disponibili saranno i Protettori, semplici soldati dotati di ascia e scudo in grado di scagliare attacchi melee.
Si tratta di fanti di prima linea, che possono, tra l’altro, tenere occupati i golem con maggiore capacità di movimento. Troveremo poi le Sentinelle, arcieri con una scarsa resistenza, ideali per le seconde file di combattimento; seguiranno i Catalimanti, capaci di “risucchiare” Animus dai nemici e trasferirlo ad Otto, e gli Invocatori, che creeranno dei minions da scagliare contro l’avversario, restando al sicuro nelle retrovie; ed infine evocheremo i Comandati, enormi picchiatori adatti a fornire supporto alle truppe e a trasmettere a distanza il Grido di battaglia.
Quest’ultimo è un tipo di abilità che Otto può utilizzare al costo di una sfera di Animus, e che varia a seconda della diversa tipologia di guardiano. I Protettori, ad esempio, effettueranno un parry che, se sincronizzato col giusto tempismo, stordirà i golem rendendoli vulnerabili per qualche secondo. Dopo aver richiamato una o più truppe (per un massimo di ben cento guardiani!) potremo decidere di spostarle o farle attaccare sia singolarmente (attraverso una rapida pressione del tasto azione) sia in gruppo (tenendo premuto l’apposito input). Inoltre avremo la facoltà di “riassorbire” i guardiani, guadagnando così la stessa quantità di Animus utilizzata per farli comparire sul campo. Queste capacità “gestionali” aprono la strada ad infinite possibilità di approccio in battaglia. Sulle prime potrebbero sembrare addirittura troppo complicate da gestire: non temete, però, poiché il gioco ci consentirà di controllare grosse orde di guardiani soltanto quando avremo appreso (a suon di mazzate!) le meccaniche a menadito, accompagnandoci gradualmente con l’intensificarsi delle difficoltà. Il modo migliore per affrontare un nemico, infatti, potrebbe essere tanto quello di accerchiarlo, quanto quello di concentrare il fuoco su di lui: tutto dipende dai pattern d’attacco dei diversi boss e mini boss che incontreremo.
Master of Anima propone un buon numero di golem differenti contro cui batterci, ognuno coi propri moveset. La vera chicca, in realtà, sta nell’unione di mostri diversi: simili accoppiate cambiano completamente le carte in tavola, senza mai risultare troppo sbilanciate, ed anzi stimolano il giocatore a comportarsi in modi sempre differenti. Al termine di ogni scontro, un sistema di rating (basato sul tempo e sui danni subiti dai guardiani e da Otto) ci farà guadagnare punti esperienza. Salendo di livello avremo l’opportunità di sbloccare i talenti per il protagonista, che può effettuare attacchi melee e capriole, o per i suoi scagnozzi. Il titolo stesso incita a provare “nuove build” a seconda delle necessità: peccato però che sia possibile assegnare le abilità soltanto alla fine di un livello, e cioè quando non si conosce ancora ciò che si sta per fronteggiare: un bel controsenso che preclude la possibilità di sperimentare. Non avrebbe affatto guastato, a tal proposito, l’opportunità di creare nuove sinergie ai checkpoint intermedi.
Alla guida di un esercito
Tra un golem e l’altro, poi, ci sono i puzzle da risolvere grazie alle caratteristiche dei guardiani, ossia spingendo statue, colpendo bersagli o evocando titani di pietra per distruggere l’ambientazione. Questi intermezzi, che rievocano un po’ tempi d’oro di Pikmin, sono decisamente piacevoli, pur non essendo particolarmente complicati da completare. Il discorso cambia completamente, invece, quando saremo facci a faccia con i boss.
Master of Anima è un gioco decisamente impegnativo e gli scontri coi nemici di fine livello sono ulteriormente inaspriti da un timer che scatenerà la loro Furia Primordiale: fulmini con danno ad area che diventeranno sempre più numerosi sino a rendere le battaglie praticamente impossibili. Non sarà di certo “il Dark Souls degli isometrici“, ma è un titolo che necessita di una buona dose di trial & error per terminare gli undici livelli dell’avventura. La longevità, considerato il prezzo (19,99 euro), è piuttosto buona e si attesta intorno alle 8-9 ore. Davvero un peccato l’assenza di un NG+, che avrebbe innalzato il tasso di rigiocabilità e permesso di ottenere tutte le abilità speciali.
Dal punto di vista grafico, il titolo risulta alquanto gradevole e, anche se la conta poligonale si fa quasi sulle dita di una mano, lo stile cartoon, la palette di colori e la chiarezza dell’HUD si amalgamano particolarmente bene. Una tale semplicità grafica è giustificata dalla presenza sullo schermo di centinaia di guardiani, con un frame rate che – su PlayStation 4 base – si mantiene stabile per la maggior parte del tempo. Notevole l’intelligenza artificiale degli alleati, e solo di tanto in tanto capiterà di trovare un arciere incastrato in qualche angolo, senza che però simili difetti pregiudichino eccessivamente l’esperienza complessiva. Sonoro e doppiaggio in lingua originale sono di ottimo livello, inversamente proporzionale a quello della localizzazione, che definiremmo tuttalpiù “bizzarra“: mentre alcuni termini sono resi in italiano con maestria e creatività (“animante”; “laceranimare” ecc.), alcune linee di testo sembrano tradotte con Google Translate.
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