PURE FARMING 2018 RECENSIONE: VITA IN CAMPAGNA
Dopo aver lavorato su titoli come Dead Island e Dying Light, Techland si lancia nel mondo dei simulatori di fattoria con Pure Farming 2018.
Bisogna dare atto a Techland che, oltre ad essere uno sviluppatore indubbiamente molto abile (basti citare i primi due Call of Juarez e l’accoppiata Dead Island e Dying Light, entrambi ottimi esemplari del genere survival horror in prima persona), sa essere anche un publisher accorto, nonché coraggioso. Se, infatti, il lancio di Torment: Tides of Numenera del 2017 rappresentava un successo assicurato, il secondo titolo pubblicato dalla casa polacca incarna una vera e propria scommessa in un genere come quello dei farming simulator, finora monopolizzato dall’omonimo videogioco di Giants Software. Realizzato dal team Ice Flames sotto l’egida di Techland, Pure Farming, infatti, è un simulatore di costruzione e management di un’impresa agricola che, pur vantando una gamma minore di veicoli su licenza (tra cui gli imprescindibili mezzi agricoli McCormick, Landini e Gregoire, e altri marchi “famosi” come DAF e Mitsubishi) e alcune, piccole, semplificazioni del “ciclo della coltura“, offre agli utenti l’occasione inedita, al di là dei mod creati dalla community, di giocare in ben quattro ambientazioni diverse, ognuna con le proprie colture tipiche e tecniche di raccolta specifiche.
Agricoltura globale
Dopo una gestazione travagliata, segnata dal rinvio della pubblicazione di circa un anno rispetto a quanto inizialmente previsto, Pure Farming 2018 offre tre modalità di gioco, tutte single-player e senza possibilità di interazione online al di fuori dei mod, supportati nativamente su PC tramite un tool ufficiale e, su console, sotto forma di DLC gratuiti contenenti le migliori creazioni degli utenti.
“Free farm” è la classica modalità sandbox, in cui si ha accesso a tutto l’equipaggiamento fin da subito e il cui scopo principale è costruire la propria impresa nel modo che più ci aggrada, acquistando e coltivando fondi agricoli, edificando serre per ortaggi, stalle per animali di varia foggia (galline, conigli, mucche) e punti di produzione per l’energia pulita come centrali solari e parchi eolici. Come già anticipato, Pure Farming 2018 offre al lancio ben quattro location differenti, a cui se ne aggiunge una quinta (la Germania) sotto forma di DLC disponibile, gratuitamente, per chi ha effettuato il preordine: il Montana è la classica mappa “americana”, mediamente pianeggiante, con vasti terreni da lavorare utilizzando le macchine e gli accessori più grossi e pesanti del negozio; l’Italia, o meglio, la Sicilia, è un’area prevalentemente collinare, che favorisce la coltivazione a frutteti di uva e olive alle pendici di quello che, in teoria, dovrebbe essere l’Etna; lo scenario in Giappone, invece, è costellato di risaie in cui piantare il cosiddetto “oro bianco”; la Colombia, infine, è un territorio ricoperto di foreste, intervallate dai campi coltivati con le due risorse principali del posto, ovvero caffè e canapa.
La seconda modalità di gioco è quella “a sfide”, ovvero una serie di missioni speciali, da svolgere su determinate mappe e con i soli mezzi messi a disposizione dal gioco. La difficoltà dei compiti varia ampiamente sia dallo scenario che dal tempo a disposizione per completare le azioni richieste, e spaziano dal semplice recupero di grossi carichi di olive in una giornata, sino al trasporto di vari carichi di merce, negli appositi punti vendita, prima che vada a male.
My First Farm, infine, è la modalità “tutorial”, concepita in modo da prendere per mano il giocatore e introdurlo ai fondamenti del gameplay. Sfruttando una flebile premessa narrativa, ovvero quella del giovane imprenditore agricolo americano che prende in consegna dal defunto nonno una fattoria afflitta da un grosso debito con la banca, My First Farm ci porta alla scoperta di tutte le funzioni di Pure Farming 2018, ma lo fa in una maniera non sempre chiara e precisa.
Non sono poche le volte, infatti, in cui le informazioni del tutorial omette particolari di non poco conto sulle funzioni che dovremmo replicare, tra cui la necessità di utilizzare il pickup per svolgere mansioni come l’acquisto di fertilizzante solido e il trasporto della merce dalle serre ai magazzini.
Un sistema di progressione, basato sull’esperienza raccolta svolgendo i compiti assegnati, sblocca l’equipaggiamento più avanzato e la possibilità di spostarsi poi sulle altre mappe.
Tralasciando la modalità Free Farming, la cui rigiocabilità è, per forza di cose, infinita, il resto dell’offerta di Pure Farming 2018 si rivela abbastanza interessante, anche se le sfide non risultano sempre stimolanti o avvincenti, soprattutto nello scenario italiano.
Non alla portata di tutti
Per chiarire ulteriormente le cose, Pure Farming 2018 è un titolo che cerca di attirare contemporaneamente l’attenzione dei fan del genere e dei neofiti. La modalità My First Farm esiste proprio per questa ragione e, in teoria, svolgerebbe egregiamente il proprio lavoro, se non ci fossero quelle occasioni in cui il tutorial si dimentica di riportare passaggi fondamentali per lo svolgimento delle mansioni, le quali, ovviamente, per i nuovi arrivati sono tutt’altro che intuitive.
Per il resto la gestione dell’azienda segue il canone stabilito: i fondi vanno coltivati, arati, seminati, irrigati e concimati; le serre funzionano da sole finché vengono rifornite di acqua e fertilizzante, le stalle per polli e conigli rappresentano l’investimento più adatto nel rapporto spesa/guadagni e le mucche continuano ad essere il miglior fornitore di concime “naturale” per i campi, a meno che non lo si voglia vendere nell’apposito centro d’acquisto. Per quanto riguarda le fonti di energia verde, invece, l’acquisizione di parchi solari ed eolici risulta estremamente semplificato: basta spendere tanti soldi e gli impianti si gestiscono da soli, per poi ricevere un compenso quotidiano allo scattare della mezzanotte. Considerando che, almeno nelle nostre prove, i braccianti guidati dalla IA non sono in grado di svolgere tutte le mansioni e, quando possono, danno risultati deludenti, ci si ritrova spesso costretti a passare interminabili minuti a fissare le ruote del nostro trattore, nel tentativo di mantenerlo dritto mentre si passa l’attrezzo per la fresatura del terreno, oppure la macchina per la semina su vasti appezzamenti.
Un lavoro tedioso che, apparentemente, lo sviluppatore Ice Flames non ha pensato di alleggerire con feature di svago, come una radio streaming integrata.
Concludiamo questa disamina citando l’aspetto tecnico del prodotto pubblicato da Techland che, nella versione PlayStation 4, presenta degli evidenti problemi, alcuni piuttosto gravi. Oltre a una gestione imprecisa dell’illuminazione e delle ombre, e ad un modello di guida fin troppo arcade, che rende molto difficile l’esecuzione di movimenti di precisione, infatti, siamo stati testimoni di ben due crash dell’applicazione del tutto casuali, capitati durante sessioni di gioco normalissime, che ci hanno fatto perdere conquiste importanti a causa della mancanza di un sistema di auto-salvataggio in appoggio a quello manuale.
Per essere il primo titolo sviluppato dallo studio Ice Flames nonché il secondo pubblicato da Techland, Pure Farming 2018 rappresenta un buon passo in avanti per l’ancora giovane genere dei farming simulator, che snellisce alcuni manierismi da costruttore in erba dell’omonimo capostipite,il tutto nel nome della semplificazione.