Titolo: A.O.T. 2 (Attack on Titan 2)
Genere: Azione / Tie-In
Piattaforma: PlayStation 4 / Xbox One (testata) / Nintendo Switch / PC
Sviluppatore: Omega Force
Publisher: Koei Tecmo
Data di uscita: 15 marzo 2018
Il peso di un Brand Gigante
Shingeki no kyojin, noto come Attack on Titan è, senza alcun dubbio, un’opera di enorme popolarità, non solo sul suolo nipponico; per saggiarne l’appeal è sufficiente recarsi a qualsiasi fiera mondiale dedicata al fumetto, dove è assodata la presenza di almeno un cosplayer vestito a tema.
Parliamo di un brand il cui anime è gradito perfino a chi non è abituato a dedicare del tempo ai cosiddetti “cartoni animati” (ci dispiace per loro… -ndr-). È vero, A.O.T. ha, da subito, goduto di enorme viralità: ciò che va di moda viene di conseguenza seguito maggiormente e, talvolta, qualità e popolarità non vanno di pari passo.
Non è però questo il caso. Lo shōnen, scritto e disegnato da Hajime Isayama, merita il successo ottenuto, capace di coniugare all’interno di un’ambientazione medievale dark-fantasy, azione, drammi, intrighi, valori legati all’amicizia e alla famiglia (non necessariamente di sangue), personaggi ben caratterizzati, frequenti colpi di scena e quell’affascinante incertezza data da una linea di separazione tra bene e male, giusto e sbagliato, buono e cattivo, tanto marcata all’inizio quanto sbiadita con il procedere della storia.
Isayama, inoltre, ha trasferito nell’opera un senso di impotenza e inferiorità provato personalmente: il suo “Gigante” fu un cliente ubriaco che lo aggredì nell’Internet Cafè in cui lavorava. Non riuscì a comunicarci, non riuscì a difendersi. L’accaduto lo portò a vedere l’umano, in determinate condizioni, come l’essere più familiare ma spaventoso del pianeta. Il suo “uomo ubriaco” in A.O.T. è rappresentato come un “Titan”: i giganti, pur con sembianze umane, terrorizzano i più deboli e non è possibile dialogare con loro.
Questa premessa ha lo scopo di far capire quanto possa essere rischioso realizzare la controparte videoludica di un così grande successo. Omega Force e Koei Tecmo, però, non si sono intimoriti e hanno voluto osare, offrendo agli appassionati del brand (e non solo) la possibilità di ripercorrere, pad alla mano, le avventure di Eren e compagni. Lo hanno fatto attraverso due capitoli tie-in: A.O.T Wings of Freedom e A.O.T. 2. Il primo, pubblicato nel febbraio 2016, convinse complessivamente critica e giocatori ma, con la seconda stagione dell’anime ormai conclusa, publisher e team di sviluppo hanno ritenuto necessaria la produzione di un sequel che fosse non solo capace di raccontare i nuovi eventi della trama ma anche di perfezionare le meccaniche del predecessore, limando alcuni problemi relativi al gameplay, al comparto tecnico e ad un’eccessiva ripetitività.
Omega Force, quindi, ha continuato a portare sulle spalle il peso di un marchio “Gigante”: è riuscita a non farsi schiacciare?
“Quel giorno l’umanità ricordò il terrore di essere controllata da Loro…”
La trama di A.O.T. 2 segue meticolosamente le vicende narrate nelle due stagioni dell’anime.
La razza umana, nel IX secolo è ormai in pericolo di estinzione, minacciata dalla presenza di enormi creature antropomorfe e apparentemente prive di intelletto che, spinte solo dall’istinto, vagano senza una precisa meta divorando quanti più uomini possibile. Decimati, i terrestri sopravissuti sono rifugiati in un territorio racchiuso da tre muraglioni concentrici alti circa 50 metri: Wall Maria, Wall Rose e Wall Sina.
Qui agiscono il Corpo di Guarnigione e la Gendarmeria, due milizie che si occupano rispettivamente di difendere le città da un eventuale attacco e di mantenere la sicurezza nelle zone interne. L’unico ordine militare che ha il compito di procedere all’esterno è il Corpo di Ricognizione: combatte i giganti sul loro territorio con il fine di studiarli per conoscerne segreti e debolezze.
La stabilità di questo complesso, durata oltre un secolo, viene interrotta nell’845 quando, il Gigante Colossale crea una breccia nel Wall Maria, permettendo ai suoi simili di provocare morte e distruzione nel distretto di Shiganshina. Qui inizia il dramma e nasce la sete di “vendetta” di Eren, Mikasa e Armin, tre personaggi principali della serie originale, ma anche del protagonista del game, l’alter-ego del giocatore completamente personalizzabile.
Pagine di un diario: storia di un Cadetto tra battaglie e vita quotidiana
Pur ripercorrendo quanto visto in Wings of Freedom, Omega Force ha puntato su un riuscito espediente narrativo, permettendo al player di vivere l’intera avventura da un nuovo punto di vista, il proprio.
Un diario, quello del cadetto impersonato, racchiude tutte le vicende delle due stagioni: le pagine di annotazioni sono offerte al destinatario del media tramite sequenze filmate e, ovviamente, corpose sezioni di gameplay.
L’offerta si arricchisce grazie alla “Vita Quotidiana”, ovvero intermezzi, tra una quest principale e la successiva, che consentono di socializzare con numerosi NPC. Questo non aggiunge momenti memorabili a livello narrativo ma permette di approfondire la caratterizzazione dei tanti personaggi presenti nell’opera di Isayama.
Tale meccanica incuriosisce, rafforza la confidenza con il brand A.O.T. e permette di ottenere dei bonus utili al sistema RPG: aumentando il grado di amicizia con i diversi volti noti si sbloccano molteplici “upgrade abilità” che possono essere equipaggiati per migliorare le caratteristiche del proprio soldato.
Sotto un altro aspetto, però, ne risente il ritmo: troppo frequentemente, infatti, la suddetta feature propone dialoghi a scelta multipla la cui risposta “corretta” è quasi scontata. Diventa presto un atto ripetitivo e stancante: si procede per inerzia, senza un vero interesse se non quello pratico dell’ottenimento dei bonus.
Le “sotto-missioni” effettive (giocabili) offerte dagli NPC si contano sulle dita di una mano e, anche quando accade, il desiderio del giocatore rimane quello di ritornare a concentrarsi sugli eventi della trama.
Inoltre, proprio durante la “Vita Quotidiana” ci siamo imbattuti in momenti cronologicamente sfalsati rispetto a quanto narrato nella quest principale.
Ritornando alle dinamiche da gioco di ruolo, è possibile acquistare, vendere e potenziare lame, foderi e dispositivi di manovra tridimensionale, sfruttando i diversi “negozi” sparsi nelle zone della mappa che saranno gradualmente sbloccate progredendo nell’avventura. Il sistema di farming e crafting è strettamente collegato alle missioni svolte, nelle quali è possibile, infatti, ottenere i materiali da dedicare a tale meccanica.
Infine, le caratteristiche del personaggio migliorano in base all’esperienza guadagnata e al conseguente level-up (che aumenta gli slot a disposizione per le abilità ottenute dai personaggi) e grazie al training nel Campo d’Addestramento il cui buon esito dipende da quanti punti ottenuti in battaglia, “Ali di Libertà”, si sceglie di investire (allenamento individuale) o dall’affinità con i co-protagonisti (allenamento congiunto).
“Io… Li cancellerò tutti… Ogni singolo Gigante, uno per uno…” … fisica permettendo
Per quanto riguarda le altre modalità di gioco offerte, è presente quella “Alternativa” nella quale è possibile effettuare le Missioni Ricognizione con tutti i personaggi di A.O.T. e le loro peculiari abilità: partendo da Eren e la sua Trasformazione in Gigante, a Mikasa e Armin, a Connie e Sasha, ad Annie, passando per Levi ed Erwin si possono utilizzare praticamente tutti, dopo averli sbloccati nella Story Mode.
Il gameplay nel senso stretto è inquadrare come un buon ibrido tra un frenetico action e un musou, del resto parliamo di Omega Force, specializzato nel genere. Ogni missione, che si tratti di Storia o di Alternativa, ha come prerogativa l’eliminazione di un gran numero di Titans.
Dovete proteggere l’avanzata della squadra? Ammazzate i giganti.
Dovete raggiungere una determinata location? Ammazzate i giganti.
Dovete far chiudere ad Eren la breccia sul muro? Ammazzate i giganti.
Poca varietà? Sì, però è davvero divertente.
Le meccaniche basate sul sistema di moto tridimensionale sono le medesime del predecessore, rese più fluide e precise: stick sinistro per il movimento, destro per controllare la telecamera, X/A per il salto, Quadrato/X per sfruttare il dispositivo Rampino-Gas, Triangolo/Y per fiondarsi a tutta velocità contro il deforme di turno e per il seguente attacco e Cerchio/B per annullare il comando.
Il dorsale destro è dedicato al lock-on delle diverse parti del nemico, selezionando uno degli arti o il punto debole dietro la nuca attraverso l’analogico.
Il grilletto destro permette di effettuare il rischioso attacco furtivo: si tratta di una mossa “one-shot-kill” ma che, se si viene individuati dal gigante, da il via alla cosiddetta “zona pericolo” durante la quale l’avversario incrementa velocità e potere offensivo.
I direzionali, invece sono riservati all’utilizzo degli oggetti, alla sostituzione del gas e delle lame e, combinati con L1/LB, alle efficaci abilità degli altri soldati. È possibile, infatti, reclutare fino a quattro “assistenti” scovandoli nella mappa o dopo averli aiutati nelle quest secondarie (segnalate dal fumogeno verde); in determinate missioni, alcuni sono automaticamente assegnati in modo da rendere coerente la trama e, per tale motivo, non possono essere sostituiti.
Questa feature consente di sfoderare, ad esempio, i devastanti attacchi di Levi e Mikasa, il supporto di Armin, l’abilità “cattura” di Hanji e così via.
Infine, i giocatori possono contare sul supporto di diversi tipi di strutture, edificabili durante le quest, e utili per i rifornimenti o per creare situazioni offensive e difensive e strategie diversive.
Nonostante si venga portati a fare ripetutamente la medesima attività, uccidere i giganti, varietà e divertimento non mancano… ma nemmeno i problemi.
La fisica, buona sul controllo del personaggio, soffre di evidenti problemi nella gestione dei nemici: spesso ci siamo imbattuti in titani accartocciati su se stessi, improvvisamente in volo dopo aver urtato un ostacolo, o incastrati all’interno di una parete. Inoltre, quando ci si ritrova a combattere in spazi stretti, la telecamera diventa difficilmente gestibile e si finisce a lottare più con essa che con la vera minaccia.
È presente anche una modalità multi-giocatore, suddivisa in tre sezioni: cooperativa, annientamento e predatore. La prima permette di effettuare le missioni ricognizione assieme ad altri giocatori, la seconda è uno scontro tra due squadre che tentano di eliminare il maggior numero di giganti e la terza è un PvP che permette, per la prima volta, di impersonare gli enormi esseri (tra quelli catturati) per devastare gli scenari e fagocitare quanti più umani possibile.
“Questo cel-shading è crudele e compenetrato… ma anche bellissimo”
Il riproporsi di alcune sequenze identiche a quelle di Wings of Freedom ci ha lasciati, inizialmente, con un enorme senso di déjà vu. In realtà, con il proseguire dell’avventura e, soprattutto, grazie all’espediente “diario del cadetto”, la narrazione del nuovo Attack on Titan si dimostra veramente buona, caratterizzata da una piacevole impostazione registica e da sequenze CGI in cel-shading meravigliose.
Meno d’impatto è l’estetica nelle sezioni di “Vita Quotidiana” e, in particolar modo, di gameplay: parliamo sempre di animazioni 3D cartonizzate ma meno definite, di ambientazioni talvolta povere di dettagli e sofferenti di fenomeni pop-up, di ombreggiature di bassa qualità e di compenetrazioni frequenti.
Positiva è, invece, la gestione della pattern cromatica, soprattutto nelle missioni in notturna, sotto la pioggia, e nelle fasi crepuscolari.
È ottimo tutto il comparto sonoro, grazie al doppiaggio nipponico originale (sottotitolato in italiano al contrario del predecessore) e a una colonna sonora adrenalinica e sempre perfetta nell’enfatizzare la frenesia dell’azione in battaglia.
Il frame-rate soffre di cali, non troppo incisivi, nelle sezioni con più elementi presenti sullo schermo.
In sintesi:
A.O.T 2 è un gioco divertente e fedele alle due serie della controparte animata, capace di proporre un nuovo e originale punto di vista alle vicende ideate da Hajime Isayama. Offre decine di ore di gioco, grazie ad una corposa modalità storia e a quella alternativa. Il gameplay frenetico è arricchito dalle componenti RPG che “smorzano” la ripetitività dell’azione.
Riteniamo si tratti di un gioco immancabile nella collezione degli amanti di Shingeki no Kyojin ma, allo stesso tempo, in grado di intrattenere chi, all’interno del Wall Sina, non ha mai avuto a che fare con i Giganti.
Pregi:
- Tutto il fascino dell’opera di Isayama a portata di pad, visto da una nuova prospettiva.
- Gameplay adrenalinico, divertente…
- Cel-Shading ottimo nelle sequenze in CGI…
- Comparto sonoro curato e sempre coerente con le situazioni proposte.
Difetti:
- Le prime fasi danno un forte senso di déjà vu.
- … ripetitivo e, talvolta, caotico.
- … meno buono nelle fasi di gioco effettivo.
- Problemi grafici e legati alla fisica.