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State of Decay 2 – Recensione

State of Decay 2 segue il solco tracciato dal primo capitolo: stesso gameplay e stessi problemi tecnici. Ecco la nostra recensione.

Il mondo delle software house indipendenti negli ultimi anni ha lanciato sul mercato videogame molto interessanti e che in alcuni casi hanno ottenuto un successo maggiore rispetto ai titoli sviluppati da aziende “blasonate”. Uno di questi è stato sicuramente State of Decay, titolo uscito sugli scaffali cinque anni fa e che ottenne un successo inaspettato. Nonostante una grafica per molti aspetti approssimativa, il videogame stupì per il gameplay e per la qualità della trama. Gli sviluppatori furono anche molto bravi a sfruttare l’hype intono al mondo dei zombie: serie tv come “The Walking Dead” e videogame come “The Last of Us” non hanno fatto altro che aumentare l’interesse degli utenti intorno ai morti viventi. Ma la particolarità del primo capitolo di State of Decay era di riuscire a fondere insieme più genere videoludici: non era semplicemente un action in terza persona, ma aveva anche tutte le caratteristiche tipiche dei survival e dei gestionali. Ora il videogame torna sugli scaffali con il secondo capitolo della serie: State of Decay 2è in tutto e per tutto il sequel della “prima puntata”. I personaggi e la trama cambiano, ma le dinamiche di gioco restano sempre le stesse.

Chi ha amato il primo capitolo, non potrà che innamorarsi anche del secondo. Il gameplay resta molto simile, ma in State of Decay 2 gli sviluppatori di Undead Labs si sono concentrati nel migliorare piccoli aspetti che rendono il videogame ancora più divertente. In primis la mappa, che è grande il triplo rispetto al primo capitolo. Un aspetto fondamentale per un videogame che fa della libertà di movimento dei personaggi uno dei suoi aspetti principali. Chi è abituato a giocare a titoli dove si controlla lo stesso personaggio dall’inizio alla fine si troverà spiazzato: in State of Decay 2 i gamer saranno chiamati a controllare una comunità composta da più persone. L’obiettivo è riuscire a salvarsi dalla Piaga del Cuore, un morbo che imperversa sulla Terra e che trasforma gli umani in zombie. La trama principale, però, rimane sempre sullo sfondo: il giocatore sarà impegnato in tantissime missioni differenti per far progredire ognuno dei personaggi presenti nella propria comunità.

A cinque anni di distanza, i problemi che affliggevano State of Decay li ritroviamo anche nel secondo capitolo. Nonostante l’upgrade del motore grafico (da CryEngine 3 a Unreal Engine 4), l’aspetto tecnico del gioco lascia molto a desiderare. Le texture e le strutture poligonali sono molto semplici e non sembra di giocare a un videogame pensato per console nextgen. Anche su Xbox One X (State of Decay 2 è esclusiva Microsoft – Xbox e pc Windows) il gioco mostra sempre qualche incertezza di troppo. Per non parlare dei bug che in molti casi inficiano la giocabilità del titolo. La perfezione è lontana, ma inutile negare che sotto il profilo del gameplay State of Decay 2 resta uno dei titoli più divertente usciti quest’anno. Per saperne di più non vi resta che continuare a leggere la nostra recensione.

 

State of Decay 2 si presenta al giocatore con la telecamera di un action in terza persona ed una mappa da free-roaming, liberamente esplorabile fin dalle prime battute di gioco. Le grandi aree in cui si ambienta l’avventura sono in verità tre, dal momento che dopo un brevissimo prologo, pensato per spiegare gli antefatti del racconto ed introdurre il sistema di controllo, all’utente verrà chiesto in quale zona preferisce costruire un insediamento.

Ciascuna delle tre aree è grande quanto la mappa del precedente capitolo, e nel corso del gioco sarà possibile spostarsi dall’una all’altra senza troppe difficoltà. Appena presa la scelta iniziale, in ogni caso, comincia per l’utente la propria storia da sopravvissuto, o meglio la storia della propria comunità: un “racconto” plasmato dalle azioni e dalle scelte del giocatore, e guidato da un unico e semplice obiettivo, ovvero quello di migliorare le condizioni di vita dell’enclave appena fondata.
Ci sarebbe, in sottofondo, una trama principale, legata alla necessità di debellare la Piaga del Sangue, terribile mutazione della malattia che trasforma i morti in creature feroci e aggressive. Eppure, proprio come accadeva nel primo episodio, questa traccia narrativa resta sempre minoritaria, in disparte, opportunamente diluita da tutte le altre attività che vengono proposte al giocatore.
Non ha davvero senso, in questo caso, parlare di missioni occasionali o secondarie, perché tutte le peripezie del gruppo di superstiti hanno in fondo lo stesso valore, concorrono al solito fine: quello di raccogliere materiali e oggetti utili ad incrementare le chance di sopravvivenza del gruppo.
Anche una semplice spedizione avviata per perlustrare un gruppo di case alla ricerca di munizioni, cibo e carburante, diventa così fondamentale per comunità e per il senso di progressione.
In State of Decay 2, insomma, non dovete cercare una sceneggiatura toccante e decisa, e del resto l’elemento narrativo non è mai stato il fulcro di un buon survival. Quello che ci troverete è più che altro un insieme di storie, alcune imbastite dal team di sviluppo, altre invece “scritte” dal giocatore, che finiranno per comporre la memoria collettiva del vostro gruppo

 

La piaga dei morti viventi

Zombie, zombie, zombie. Certo non ci si può aspettare altro da un titolo come State of Decay che deve proprio alla presenza di morti viventi gran parte del suo successo. Il secondo capitolo della serie segue il solco tracciato dal primo episodio: il gameplay resta più o meno lo stesso (i cambiamenti sono veramente minimi) e gli appassionati non avranno problemi ad adattarsi a State of Decay 2. Ciò che cambia è la trama e la mappa. L’ambiente di gioco è molto più grande e diviso in tre zone: il gamer all’inizio ne dovrà scegliere una e posizionare la casa rifugio. Il nemico da sconfiggere è la Piaga del Sangue, una malattia che trasforma gli zombie in creature spaventose e difficili da sconfiggere. Ma la trama resta sempre in secondo piano, è solamente un canovaccio da seguire ma che non obbliga il giocatore a seguire un piano ben preciso. I veri protagonisti della storia sono tutti i diversi personaggi che il gamer potrà controllare e che dovranno riuscire a salvare il maggior numero possibile di persone fino a debellare completamente la Piaga del Sangue.

Ogni personaggio ha un compito differente all’interno della casa rifugio: c’è l’esperto del fai da te che realizza tutti gli oggetti necessari alla sopravvivenza, ci sono quelli che coltivano l’orto e ci sono anche coloro che vanno in giro per la città a raccogliere materiale e a uccidere i zombie che troveranno lungo la loro strada.

Sopravvivere e gestire

State of Decay 2 non è un semplice action in terza persona, ma offre ai giocatori un gameplay con mille sfaccettature. Oltre alla fase “uccidi gli zombie”, saremo chiamati anche a studiare nuovi stratagemmi per sopravvivere e per difenderci dalle orde dei morti viventi. Altrettanto importante è la fase gestionale: è necessario tenere a bada gli umori di tutti gli abitanti della casa rifugio per non alterare gli equilibri che si sono venuti a creare. Ad esempio, la morte di uno dei componenti della casa rifugio porta dei scompensi difficili da gestire: i vari personaggi vengono sopraffatti dalla paura di morire e solamente “l’acquisto” di un altro sopravvissuto riporta la situazione sotto controllo.

Non siamo soli

All’interno della mappa non saremo gli unici sopravvissuti. Sono presenti delle enclavi dove potremo intrattenere rapporti con altre persone umane. Ma saremo noi a decidere la natura di questi rapporti. Potremo decidere sia di stabilire degli scambi commerciali, sia di aiutarci a vicenda nei momenti di difficoltà. Ma si potrà anche decidere anche di passare all’attacco e di cercare di conquistare le risorse presenti all’interno dell’enclave. Prima di prendere una decisione del genere, però, è necessario pensarci bene e valutare se ne vale la pena.

Giocare in cooperativa

Una delle aggiunte che gli appassionati hanno richiesto in questi cinque anni ai ragazzi di Undead Labs è la modalità cooperativa. E sono stati accontentati, anche se non al 100%. Infatti, l’aiuto dei propri amici può essere richiesto solamente in alcuni frangenti di gioco, quando il proprio quartiere viene preso di mira da un’orda di zombie o quando si è alla ricerca di un tessuto infetto dalla Piaga del Sangue e si viene presi alle spalle dai non morti. In questi particolari momenti si può giocare fino a un massimo di quattro giocatori in contemporanea e ricevere delle ricompense. Una volta completata la missione si ritornerà a giocare da soli.

Una macchia indelebile

Finora abbiamo parlato di tutto quello che funziona in State of Decay 2: un gameplay che ha basi molto solide, divertente da giocare e la capacità di fondere in un unico titolo tre generi differenti. Se ci soffermassimo solamente su questi aspetti, State of Decay 2 sarebbe quasi un gioco perfetto. Purtroppo, quando si analizza un gioco è necessario tenere conto anche di altre caratteristiche. E il comparto grafico è uno di quegli aspetti tutt’altro che secondari. Tutti i più grandi titoli usciti in questi anni abbinano a un grande gameplay anche una grande cura delle texture grafiche. Cosa che ai ragazzi di Undead Labs non riesce minimamente. In alcuni momenti di gioco State of Decay 2 sembra essere uscito da un’altra generazione di console: texture approssimative, qualità piuttosto modesta dei poligoni. Ma non solo. Il gioco soffre anche di bug piuttosto evidenti legati a problemi presenti nel codice. Capita che mentre si sta esplorando la città cadano zombie dal cielo, oppure di restare bloccati con i propri personaggi all’interno di un’intercapedine del muro. Bug fastidiosi che vanno a inficiare la giocabilità e che abbassano il giudizio complessivo sul videogame, che comunque resta sopra la sufficienza.

Conclusioni

State of Decay 2 è sicuramente un gioco divertente e che terrà impegnati i giocatori per diverse ore. Ma allo stesso tempo presente dei problemi che rendono complicata una valutazione finale. Se avete amato il primo episodio, sicuramente apprezzerete anche questo secondo capitolo. Se invece siete dei novizi, State of Decay 2 potrebbe farvi rimanere un po’ con l’amaro in bocca. Il prezzo decisamente inferiore rispetto ai principali titoli presenti sul mercato depone, però, a suo favore.[vc_row][vc_column width=”1/3″][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_empty_space height=”25px”][vc_pie value=”80″ label_value=”8.2″ color=”mulled-wine” css_animation=”bounceIn” title=”Voto”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row]

Fr3nkMara

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