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Minecraft Dungeons sbarca su console e PC: la Recensione

[vc_column_text]Si torna nel mondo di Minecraft, più magico che mai nella sua più recente, e curiosa, incarnazione. Mojang ci stuzzica con un esaltante dungeon crawler, catapultandoci in mondi invasi da orde di non-morti, Creeper e villager posseduti. Abbiamo impugnato la spada (e la piccozza) per tuffarci in un’epica avventura e siamo pronti per dirvi la nostra su Minecraft Dungeons

Tra le ormai numerose ‘maschere’ indossate da Minecraft, quella del dungeon crawler gli calza davvero bene. Con l’onnipresente supporto di Microsoft – e quello dello studio Double Eleven – il team di Mojang ha avuto l’occasione di sperimentare una formula del tutto inedita per il suo sandbox, attirando l’attenzione dei fan del sottogenere ruolistico e degli eventuali novizi. Minecraft Dungeons è questo e molto altro, un prodotto piuttosto contenuto nelle dimensioni, ma che riesce a conquistare i giocatori di tutte le età con un gameplay essenziale e, soprattutto, divertente.

Grazie a Microsoft abbiamo potuto provare in anteprima il nuovo titolo di Mojang, per esplorare i suoi oscuri (e cubettosi) antri e per darvi la nostra opinione, giusto in tempo per il suo debutto su PCXbox OnePlayStation 4 Nintendo Switch.

C’era una volta un malvagio Arci-abitore…

Spade, armature splendenti e draghi colossali: l’elemento fantasy è sempre stato parte integrante dell’immaginario di Minecraft, eppure solo con Dungeons ci troviamo ad affrontare per la prima volta un’avventura confezionata ad hoc, con un villain con tutti i crismi e un variegato mondo in cui trovano spazio villaggi, labirinti e gargantuesche fortezze.

Insomma, l’opera magna dello svedese Markus ‘Notch’ Persson trova in Dungeons la sua nuova dimensione ideale, stuzzicando gli aficionado dei dungeon crawler e accogliendo, anche con una certa delicatezza, chi si avvicina per la prima volta a questi action RPG.

Proprio come avviene nel celebre sandbox, gli aspiranti avventurieri di Minecraft Dungeons assumeranno il controllo di un anonimo eroe, scelto per proteggere un mondo ormai soggiogato dal crudele Arci-abitore. Quest’ultimo, un tempo deriso dagli altri abitori, avrebbe sfruttato i poteri della Sfera del Predominio per vendicarsi dei torti subiti dai suoi simili, trasformandoli nelle sue personali pedine e dando vita a un temibile esercito. Ebbene, indovinate a chi toccherà intervenire?

Come c’era d’aspettarsi, la componente narrativa si limita a incorniciare un’esperienza che preferisce focalizzarsi sul gameplay, approcciato in solitaria o, preferibilmente, in compagnia di qualche amico. Ben venga per chi vuole andare dritto al punto, sguainando la spada per tuffarsi a capofitto nella caccia al loot e nelle battaglie che attendono i guerrieri più voraci.

Dopo essere approdati sulla Costa Calamaro abbiamo immediatamente imbracciato le armi per combattere orde di scheletri e di abitori posseduti, accompagnati da spaventosi golem e dagli immancabili Creeper. Il protagonista si farà strada tra innumerevoli pericoli per inseguire l’Arci-abitore, attraversando una decina di scenari alquanto caratteristici: siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla varietà dei mob nemici, così come abbiamo apprezzato la cura riposta nel comparto artistico, dove le spigolose forme dei personaggi incontrano una palette cromatica morbida e armoniosa; meno convincente è stata la scarsa interattività con l’ambiente circostante, che si limita all’apertura delle chest disseminate nei vari livelli e all’attivazione di alcuni interruttori.

Mentre la suddetta ambientazione riesce a offrire qualche gradita sorpresa, i dungeon veri e propri potrebbero deludervi. Nella maggior parte dei casi, cripte e labirinti appariranno in maniera del tutto casuale per cogliere il giocatore alla sprovvista, scaraventandolo in una serie di cunicoli infestati da aberranti mostruosità. Dalla natura ‘randomica’ dei dungeon deriva, però, un’evidente limitazione dell’ambiente esplorabile e degli oggetti che potremmo trovare al suo interno: in parole povere, al di là del puro e semplice grinding, gli esploratori troveranno ben pochi stimoli per scandagliare questi luoghi da cima a fondo.

Battaglie sfrenate? C’è anche questo.

Tornando a parlare di dungeon crawler, Mojang decide di rendere omaggio ai più noti esponenti di questa categoria – primo fra tutti, Diablo – trapiantandone le tipiche meccaniche action, e non solo.

In barba ai modelli di riferimento, tuttavia, Minecraft Dungeons rinuncia al tradizionale sistema di classi degli RPG occidentali per offrire totale libertà al giocatore, per l’appunto. Quest’ultimo potrà plasmare il suo alter ego a suo piacimento, adattandone l’arsenale in base allo stile di combattimento prediletto e preparandosi a scoprire nuove combinazioni con gli item collezionati nel corso dell’avventura. Da questo punto di vista, gli sviluppatori centrano il bersaglio sfornando una formula tanto semplice nei meccanismi quanto efficace in termini di mero coinvolgimento.

È possibile impugnare un’arma principale, come una spada o una lancia, e un’arma secondaria per gli attacchi dalla distanza, quale può essere una comune balestra. I letali strumenti messi a disposizione del giocatore non brillano per varietà e si distingueranno per differenti valori di rarità, a cui saranno associati specifici bonus offensivi e abilità aggiuntive. Discorso analogo va fatto per le armature, che aggiungono al mix una serie di perk indirizzati alla difesa – e che permettono al nostro eroe spigoloso di sfoggiare nuovi e accattivanti look. La variabile più originale di questa formula risiede invece negli amuleti, una gamma piuttosto sfaccettata di oggetti che ci consentono di innescare ulteriori mosse e incantesimi; amuleti che introducono anche una meccanica inedita, basata sulla raccolta di mana (Anime) e sull’utilizzo dei relativi incantesimi in battaglia.

L’intuitivo combat system di Dungeons richiama gli esaltanti scontri del più celebre Diablo 3, spingendo il giocatore a ingaggiare grosse ondate di nemici con attacchi fisici e magie. Troveremo persino un comando adibito alla schivata, molto utile per scampare alle situazioni più caotiche e riprendere fiato. In ogni caso, è attraverso l’utilizzo combinato dei diversi item – e degli amuleti, in particolare – che il gioco è in grado di proporre una sottile, ma pur sempre percepibile, componente strategica: con un dardo esplosivo, ad esempio, abbiamo arrestato l’avanzata di un gruppo di non-morti, poco dopo aver folgorato il negromante che ne controllava i movimenti. Fiondarsi sui nemici a spada tratta non sarà sempre la scelta più indicata e, spesso, un tiro di balestra ben piazzato potrà risparmiarvi qualche grattacapo, soprattutto con i nemici di grossa taglia.

La caccia al loot si incentrerà sull’agognata ricerca degli item appena citati. Alcuni di essi – i più ricercati – verranno consegnati al giocatore al termine delle battaglie più estenuanti, ricompensando gli sforzi dell’eroe con un premio a dir poco appagante. Ahinoi, a poco servirà l’insistente ricerca di chest negli angoli più remoti della mappa, dal momento che i pochi forzieri presenti conterranno principalmente frecce e altre risorse consumabili. In ogni caso, l’avventuriero potrà sempre ripiegare sulle offerte del Fabbro e del Mercante, due vendor che soggiornano presso l’hub centrale (l’Accampamento) e che richiederanno una manciata di Smeraldi in cambio di un oggetto casuale.

La suddetta ‘libertà’ di gioco è strettamente collegata al curioso sistema di progressione di Minecraft Dungeons. L’avanzamento di livello conferisce un punto abilità da spendere all’interno dell’inventario stesso, al fine di sbloccare uno dei numerosi effetti affibbiati alle nostre armi e armature. A differenza dei dungeon crawler più scolastici (e complessi), qui non troviamo un vero e proprio skill tree: investendo un maggior numero di punti abilità avremo accesso a perk e bonus più efficaci, solitamente espressi in numeri e percentuali, ma saremo sempre liberi di recuperare i punti investiti riciclando gli item potenziati.

Al classico rank si affianca un ulteriore sistema di gradi che determinerà il livello di potenza del nostro eroe, il cui valore numerico dipenderà dal punteggio medio dell’equipaggiamento. Questo ci aiuterà a capire se potremo permetterci di alzare l’asticella della difficoltà, affrontando ogni scenario con un livello di sfida superiore e, perché no, ottenendo un ricompense ancora più ghiotte.

Di base, Minecraft Dungeons non risulta un gioco particolarmente impegnativo e arrivare allo scontro finale non richiederà grandi sforzi, né un eccessivo quantitativo di ore: ne sono bastate poco più di 6 per portare a termine la prima run e per sbloccare, così, la seconda delle tre modalità di gioco accessibili (Normale, Avventura, Apocalisse).

Tirando le somme, Minecraft Dungeons non si può certo definire il più profondo o il più innovativo dei dungeon crawler e le sue ‘ridotte’ dimensioni ne sono la prova. Eppure, visto il costo piuttosto esiguo – 19,99 euro per l’edizione standard – e la sua inclusione nell’Xbox Game Pass sarebbe davvero difficile sconsigliare l’ultima creazione di Mojang. L’RPG confezionato dal team svedese vi allieterà per una buona manciata di ore, meglio ancora se trascorse in compagnia di uno o più amici.

                         


Ricordiamo che Minecraft Dungeons è disponibile da oggi, martedì 26 aprile, su PC, Xbox OnePlayStation 4 e anche su Nintendo Switch, in formato digitale. Nell’imminente futuro il gioco accoglierà il supporto al multiplayer cross-platform e alcuni contenuti aggiuntivi, tra cui due pacchetti DLC – già inclusi, tra l’altro, nella Hero Edition.

PRO

  • Un dungeon crawler divertente e accessibile a tutti
  • L’inconfondibile stile di Minecraft continua a stregarci
  • Sistema di combattimento coinvolgente e frenetico
  • Il multiplayer aumenta sensibilmente la rigiocabilità

CONTRO

  • Piuttosto derivativo nei confronti degli altri esponenti del genere
  • Loot variegato, ma solo fino a un certo punto
  • Livello di sfida tarato verso il basso
  • Longevità in linea con il prezzo di vendita

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Fr3nkMara

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